Il titolo di questo articolo non è una mia invenzione. Riprende il titolo originale di uno dei libri più belli che siano mai stati scritti sul tema della crescita personale. Se provi a cercarlo su internet, però, non lo troverai. Per rintracciarlo devi digitare ‘Le 7 regole per avere successo’. È questo il titolo scelto dall’editore nella traduzione italiana per renderlo più accattivante. Nelle righe che seguono ti parlerò del contenuto del libro.
I sette principi
Se mi segui da un po’ – ormai è un anno che scrivo per questa rivista – saprai che per me la linguistica e le parole in generale hanno un significato molto importante. Le parole, infatti, possono, come si diceva una volta, ferire più di una spada se usate in un certo modo. Partiamo quindi dal titolo. Qual è la differenza fra ‘abitudini’ e regole? A mio personale avviso, le abitudini sono qualcosa che parte da noi, una cosa che riusciamo a fare nostra, mentre la percezione che abbiamo delle regole – anche quelle che ci ‘auto prescriviamo’ – è di un’imposizione. E l’essere umano, davanti a un’imposizione, tende ad andare nella direzione contraria. Del libro a me piace il titolo originale, che in inglese è ‘The seven habits of highly effective people’. Un titolo in cui non si parla di regole, ma di abitudini, e neanche di successo, ma di efficacia. L’unica cosa su cui entrambe le versioni del titolo concordano, però, è il numero: sette.
La lezione di Stephen Covey
Potremmo partire da qui per comprendere insieme queste sette abitudini o regole, ma è meglio rispondere innanzitutto a una domanda che sicuramente ti starai facendo: chi è l’autore del libro? Il suo nome è Stephen Covey e credo che sia utile spendere qualche parola su questo personaggio. Covey è stato uno dei più importanti sviluppatori al mondo del concetto di coaching così come lo conosciamo oggi, prolifero scrittore e grande speaker a livello Internazionale. Ti basti pensare che il libro da cui traggo questo articolo ha venduto 25 milioni di copie, con traduzioni in 50 lingue, e che anche oggi viene considerato fra i migliori testi di sempre in questo campo.
Covey ha lavorato inoltre con diversi politici e con moltissime aziende. Se cerchi in rete potrai trovare diverse foto che lo ritraggono con Bill Clinton e con Obama. Un grande personaggio che alla soglia degli 80 anni si presentava ancora in splendida forma, ma che purtroppo, dopo una caduta in bici nel 2012, è entrato in coma morendo qualche giorno dopo. Come mai Covey è diventato così famoso e richiesto dalle aziende? Proprio per aver sviluppato questi sette principi, che se messi in pratica tutti i giorni – a livello professionale e personale – possono dare una direzione significativa alla nostra vita. Ed ecco finalmente questi sette principi che ancora oggi vengono spiegati, insegnati e soprattutto applicati dalle aziende, con un importante riscontro di risultati.
1. Essere proattivi
Proattivo è una parola del nostro vocabolario fin troppo abusata, anche se in pochi conoscono realmente il suo significato e il modo in cui mettere in pratica correttamente questo concetto. Covey nel libro racconta un episodio: stava tenendo un corso in un hotel quando i pennarelli smisero di funzionare. Uscendo dall’aula per cercarne degli altri, incontrò un addetto alle pulizie e gli manifestò la sua necessità. L’addetto alle pulizie non disse “non è compito mio” oppure “io mi occupo di altro”, ma rispose: “Certo Mr Covey, me ne occupo subito”. Non sappiamo nel dettaglio come finì la vicenda. Ciò che sappiamo è che questa persona non ha evitato o reagito al problema, ma ha gestito in modo proattivo la situazione.
2. Comincia pensando dalla fine
Te ne ho già parlato nei numeri passati. Con i miei clienti, quando faccio coaching, uso spesso questo principio per far capire alle persone quello che vogliono, ciò che intendono essere e gli effetti che il raggiungimento di un obiettivo prefissato può portare. Anche qui Covey fa fare un esercizio illuminante: fa immaginare a un individuo di essere arrivato in fondo alla propria vita e di essere un fantasma che prende parte al proprio funerale. Gli chiede di individuare tre persone che stanno parlando di lui e di ascoltare quello che stanno dicendo. Cosa dicono esattamente? Chi fa l’esercizio si rende così conto della percezione che crede di trasmettere agli altri, oppure di come vorrebbe essere ricordato, e capisce su quali aree è chiamato a migliorare.
3. Metti le prime cose al primo posto
Covey, con questo titolo, ha scritto anche un libro sulla gestione del tempo, sul delicatissimo discorso del ‘time far capire l’importanza del compito di identificare le reali priorità – lavorative o personali – della propria vita per ordinarle in modo efficace.
4. Pensa in modalità ‘win-win’
Termine super abusato in negoziazione, ma anche in qualsiasi altro campo probabilmente. Premesso che la situazione ‘win –win’ non è quasi mai, a mio personale avviso, raggiungibile, dovrebbe quantomeno essere il bersaglio cui mirare. Covey sostiene che se in una conversazione fra due individui entrambi riescono a esporre il proprio punto di vista senza sentirsi in una posizione di sottomissione, la conversazione stessa diventa più produttiva e i legami si rafforzano ulteriormente.
5. Cerca prima di capire, poi di farti capire
Secondo il mio punto di vista, questo dovrebbe essere il primo principio in assoluto. Citando Covey, spesso non ascoltiamo le persone, perché siamo impegnati a pensare a cosa rispondere per ribattere a quello che stanno dicendo. Nella mia esperienza – guidato ovviamente dalla lettura di questo libro che spesso riprendo in mano e dagli anni di studi fatti sulla comunicazione – per poter fare bene il mio lavoro e migliorare le mie relazioni personali, ho imparato ad ascoltare e ho scoperto che molto spesso le persone quando parlano danno sia il problema che la soluzione del problema: una cosa che solitamente non capiamo perché non ascoltiamo nemmeno noi stessi, figuriamoci quando comunichiamo con gli altri. Credo che questo concetto sia uno dei punti cardine in qualsiasi tipo di relazione, professionale o personale.
6. Creare sinergia
Molti anni fa ho letto in un libro un bellissimo esempio: se un uomo con un dollaro incontra un altro uomo con un dollaro, insieme hanno due dollari e possono fare molte più cose. Devo ammettere che negli ultimi due anni ho stretto molte sinergie con diverse persone: queste mi hanno permesso di incrementare il mio business e di condividere anche competenze, circostanze che mi hanno permesso di imparare molte cose. Anche questo è un concetto importante che spesso può dare una svolta al nostro lavoro.
7. Affila la lama
Questo è il principio che secondo Covey sostiene tutti gli altri sei. Al centro c’è il tempo per la preparazione, ossia per approfondire ogni singolo aspetto descritto sopra, per mettere in armonia fra loro tutte le caratteristiche che ci portano a sviluppare un equilibrio e poter usare gli strumenti che abbiamo acquisito o che stiamo acquisendo al meglio della loro funzionalità. Per fare questo ci vuole una buona gestione del nostro tempo, perché se si vive sempre in situazioni di urgenza, o peggio ancora di emergenza, difficilmente avremmo tempo di affilare e rendere ancora più funzionali gli strumenti che ci permettono di ottenere il meglio da ogni situazione e diventare così anche noi persone ad alta efficacia. Grazie e alla prossima!
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